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Visualizzazione dei post da 2016

Albergo Turritania

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La Nuova Sardegna 1949 Quando nel 1946 fu  ormai chiaro che il destino dell'edificio di Porta Sant'Antonio, la cui progettazione venne affidata nel 1942 (dall'allora podestà Giacomo Crovetti) all'architetto Vico Mossa, non poteva più essere quello di polo assistenziale previsto dall'E.C.A. (originariamente Ente Comunale di Carità, parola quest'ultima  che  il fascismo sostituì con  Assistenza), rimanendo incompiuto per mancanza di fondi, si determinarono in Città due diverse correnti di opinione. La prima parteggiava per l'abbattimento dello 'scatolone' (questo il nome di battesimo cittadino riportato nelle cronache del tempo) che minacciava di resistere ai secoli, restituendo alla piazza la visuale verso la strada di Portotorres e la cinta degli orti suburbani, in corrispondenza del vecchio passaggio a livello, recuperando parte della spesa attraverso la vendita dei materiali di risulta. La seconda caldeggiava la necessità di destina

Quattro passi in piazza d'Armi

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Ministoria dei due ettari di terreno libero coperti da edifici pubblici. Dagli echi delle parate militari, alle competizioni sportive, dalle rappresentazioni di opere liriche all'insegnamento scolastico. l'area di piazza d'Armi da Google Maps Niente di nuovo sotto il sole, direbbe qualcuno, ma vale la pena tracciare una breve cronistoria delle funzioni che ebbe in passato la piazza, destinata dal Comune nel 1823 come riserva di aree fabbricabili L'antica piazza d'Armi in passato assunse la denominazione di 'Campo di Marte' perchè destinata alle esercitazioni delle truppe del presidio. Le sempre crescenti esigenze della Guardia nazionale e di altri corpi militari di stanza a Sassari indussero più volte al trasferimento del 'Campo di Marte' in diverse zone della città: dal piano di Castello a un campo nella zona di Baddimanna, successivamente nella zona di Rizzeddu e infine in quel tratto di terreno dietro l'Ospedale civile e davanti

1954: Carlo Griscenko accende la prima televisione a Sassari

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Nel gennaio del 1954 l'ondata di freddo, oltre alla neve, portò a Sassari i primi risultati conseguiti in un campo insospettato e di grandissimo interesse: la televisione.  La RAI inizò la programmazione ufficiale  il 3 gennaio di quello stesso anno, dopo circa due trascorsi per le sperimentazioni, ma con soli 7 trasmettitori la copertura geografica era ancora ridottissima e sostanzialmente solo un quarto della popolazione nazionale, in alcune aree di Lombardia, Piemonte e della Capitale, poteva seguirla. Da un po' di tempo però  alcuni appassionati radiotecnici sassaresi si recavano sulle fredde e nevose balze che ospitano i ruderi del castello dei Malaspina per installare misteriosi aggeggi. La natura dei sopralluoghi, per quanto venisse con ogni mezzo celata da quei pionieri, suscitò la curiosità degli osilesi che, nei loro frequenti contatti con Sassari, iniziarono a spargere la voce che Griscenko e Bredo stavano facendo degli esperimenti in tutta segretezza. Il pr

Figure che ricompaiono: Francesco Mutton e la Auto Espressi della Sardegna

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La prima attività di cui si ha notizia vede Francesco Mutton (nato a Oderzo, TV) operante nella Colonia Eritrea (Africa Orientale Italiana) con una florida società di trasporti fino a quando, nel 1941, gli inglesi, sconfiggendo gli italiani, occuparono tutta l'Eritrea italiana. Mutton fu fatto prigioniero di guerra, internato nel Sudan Egiziano per 3 anni e nel 1945 venne rimpatriato a causa delle condizioni di salute divenute precarie. Con quel poco che aveva potuto salvare dal disastro organizzò a Bolzano una azienda di trasporti che prosperò fino a quando le Ferrovie non ripresero la loro normale efficienza. Questo provocò la revoca delle concessioni di linee automobilistiche e fu allora che egli venne consigliato di trasferirsi in Sardegna, territorio in cui le autolinee scarseggiavano. L'azienda, fra le prime ad aver affrontato nel dopoguerra il problema degli autotrasporti nell'Isola, ebbe immediato successo. Nell'agosto del '48 i sassaresi che volevano

Carnevale sassarese 1852

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163 anni fa i sassaresi, per una bella signora e per un ufficiale piumato, persero la loro tradizionale calma, e ne successe un finimondo. Durante il carnevale del 1852 scorse il sangue sui lastrici cittadini a causa di una battaglia fra i sassaresi e la guardia nazionale, da una parte, e i bersaglieri dall'altra. Il 24 febbraio di quell'anno si provocò lo stato d'assedio nell'intera provincia per oltre nove mesi, due discussioni al Parlamento subalpino e due processi davanti al Magistrato di appello di Cagliari. Per meglio inquadrare il contesto, quattro anni prima, lo Statuto di Carlo Alberto aveva portato alla creazione della Guardia nazionale, una istituzione cittadina destinata, come in Francia alla fine del '700, alla difesa delle libertà democratiche.  A Sassari si costituì, anche con i contributi economici dei cittadini e perfino del Capitolo Turritano, una 'legione' da un migliaio di uomini in tutto tra ufficiali e militi. Tra questi

Il bignamino dei fischi ai Candelieri

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Cronaca semiseria sulle contestazioni popolari durante le faradde nel '900 'I Paraj' di Giuseppe Biasi, primi anni '30 Il primo episodio conosciuto avente per protagonisti sonori fischi alla discesa dei candelieri fu quello che coinvolse il commissario prefettizio Schiffi nel 1926, al quale toccò una bordata di 'frusci', non appena uscito da Palazzo di Città, tali da indurlo a dimettersi motivando il gesto col non gradimento da parte della cittadinanza. Un episodio emblematico (anche in considerazione del periodo storico) quanto isolato. Perché nella storia delle proteste rivolte all'amministrazione comunale durante la discesa dei Candelieri, leggendo le cronache cittadine, dobbiamo arrivare fino al 1975 per incontrare nuovamente la parola fischi, pur se timidamente utilizzata. E' l'ultimo anno del Sindaco Virdis. Nel 1976, dopo circa vent'anni ininterrotti di sindaci DC, si vira verso il PSI con Fausto Fadda e la nuova

Fuori sacco: Embarcador, vino Porto algherese

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  1948. “Porto Conte”: un vino alla sbarra. La vecchia cronaca giudiziaria offre spesso motivi di interesse, e non soltanto quella delle aule penali. Tra i piccoli e grandi drammi delle aule civili ne segnalo uno, avvenuto nel 1948, che vide protagonista un 'vino' all'epoca assai conosciuto in Sardegna, un vino nostrano, liquoroso e celebre anche fuori dai confini isolani.  Esso fu il protagonista di un'elevata discussione giuridica nell'atmosfera di un'aula della Suprema Corte di Cassazione. In causa furono il grand'uff. Michele Mugoni e l'istituto do vino dho Porto. Avvenne questo: Michele Mugoni -tra i pochi sardi che all'epoca, con il suo intuito, comprese come fosse necessario valorizzare il prodotto isolano- già da tempo aveva messo in commercio un vino imbottigliato, dei suoi vigneti di Porto Conte, situati tra la spiaggia oggi cosiddetta 'Mugoni' e il monte Doglia, posto alle sue spalle. L'e

Colonia IX Maggio

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Foto S.Marras. Collezione Stefano Lucio Masia Tutto ebbe inizio nei primi anni del secolo scorso, in occasione di una cosiddetta festa degli alberi, istituita dal ministro per l'istruzione Guido Baccelli. In una zona dell'agro sassarese chiamata Baddimanna -nella parte compresa tra l'attuale scuola agraria e il poligono di tiro a segno- vennero messe a dimora numerose essenze. Il piccolo bosco, molto curato inizialmente, crebbe e si sviluppò. Nel frattempo l'espansione edilizia della città pose praticamente in zona urbana questo nucleo verde di bell'effetto. Il terreno di proprietà comunale (circa 3 ettari), fu donato all'Opera Nazionale Balilla (successivamente confluita nella 'Gioventù Italiana del Littorio') per iniziativa dell'ing. Crovetti,  al fine di costituire un parco e una colonia estiva per bambini. Così l'area venne recintata e furono costruiti gli edifici che cominciarono la loro attività nel 1936. Nome di battesimo fu 'I

Le prime automobili a Sassari

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Creatore della Sassari -Tempio Palau fu l'estroso Bastià Pirisi unitamente all'avv.Gino Pais. Il commerciante Secchi-Pinna vi si ruppe una gamba, ma non arrestò il progresso. Il primo autotrasporto di linea: una immagine conosciuta per una storia avventurosa Una mattina del luglio 1908 il solito gruppo di curiosi che, malgrado l'ora mattutina, assisteva alla partenza del rombante automezzo adibito al servizio regolare tra Sassari, Tempio e Palau, ebbe improvvisamente sentore che stava per accadere qualcosa di grave. La macchina, che stazionava sotto il palazzo Saccomanno in piazza d'Italia, aveva  caricato i suoi  passeggeri e l'autista, il signor Cardellini, armato di manovella, sudava le proverbiali sette camicie affaticandosi in vani tentativi per mettere in moto: erano circa le sei  del mattino, quasi l'ora della partenza, quando improvvisamente una piccola fiamma divampò sotto l'autobus. I passeggeri, avvertiti dalle urla dei presenti,

1923 Accardo e Porcella. I pionieri della 'aradio'

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Era il 23 febbraio 1920 quando Marconi, dalla stazione di Chelmsford, Essex, trasmise il primo messaggio radiofonico della storia e il successo di quella invenzione ebbe immediato riscontro nei paesi anglosassoni. Perché l'Italia comprendesse gli effetti di quella scoperta furono necessari ancora alcuni mesi, benché a tutti fosse chiara la portata rivoluzionaria. Le prime trasmissioni di questi pionieristici anni Venti furono programmi di musica classica e qualche rara conversazione. I sassaresi poterono udire il suono della radio, per la prima volta, alla fine del 1923. Nonostante il signor Giuseppe Accardo ne possedesse una dai primi mesi di quell'anno non aveva ancora ottenuto il permesso di eseguire delle radio audizioni pubbliche, a scopo propagandistico, dal Ministero delle Poste. L'apparecchio del Sig. Accardo fu esposto nelle vetrine della ditta Ferrucci, all'angolo tra piazza Azuni e via Cesare Battisti, attirando l'attenzione della cittadinanza. L&#

1914: la battaglia del Fosso della Noce

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Nel 1914 il Fosso della Noce, si trasformò, ancora una volta, in teatro di 'guerra'. Il gioco è vecchio: Enrico Costa ci ricorda che fin dal 1848 i sassaresi in erba giocavano lì agli austriaci e piemontesi. Cambiati i tempi, cambiate le battaglie, il gioco rimase. Nel 1914 andavano di moda le recenti gesta della guerra italo-turca per la conquista delle regioni nordafricane della Tripolitania e della Cirenaica, conclusasi due anni prima.  Ignaro della bufera che da lì a un anno avrebbe coinvolto il nostro paese, il reporter, trasformato in corrispondente di guerra, così riassume – dal taccuino di campo – gli avvenimenti.  Alle 13:00 le forze degli arabo-turchi, con la bandiera verde spiegata, occupavano le posizioni, sul versante del fosso che termina presso il Rifugio bambine abbandonate. Gli italiani si spiegavano in linea di combattimento sugli spalti opposti. I due eserciti erano così pronti per la mischia. Circa duecento ragazzi, armati di fionda, con l'ausilio

I capodanno sassaresi della Torres

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I capodanno 'in piazza' di cent'anni fa. Il capodanno in piazza a Sassari non è soltanto una prerogativa di tempi recenti. Anche nel passato, e più precisamente negli anni che precedettero la grande guerra, l'organizzazione delle attività per il 31 dicembre ebbe un ruolo di primo piano con la Società sportiva Torres e le trovate escogitate incuriosivano i sassaresi che attendevano quella data con curiosità e piacere. L'esordio di questi appuntamenti fu l'ultimo dell'anno 1911, durante il quale la Torres si accinse a salutare l'alba del 1912 con un lungo corteo che attraversò tutte le vie cittadine seguito dal modello di un grande pallone aerostatico illuminato in cui -in trasparenza- si poteva leggere “1912, auguri!”. Dato il grande successo ottenuto le attività torresine per il capodanno divennero una tradizione o, per meglio dire, un'istituzione. Il fascino della nascente aeronautica ispirò anche l'alba del 1913 che venne salutata con

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