Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2016

Albergo Turritania

Immagine
La Nuova Sardegna 1949 Quando nel 1946 fu  ormai chiaro che il destino dell'edificio di Porta Sant'Antonio, la cui progettazione venne affidata nel 1942 (dall'allora podestà Giacomo Crovetti) all'architetto Vico Mossa, non poteva più essere quello di polo assistenziale previsto dall'E.C.A. (originariamente Ente Comunale di Carità, parola quest'ultima  che  il fascismo sostituì con  Assistenza), rimanendo incompiuto per mancanza di fondi, si determinarono in Città due diverse correnti di opinione. La prima parteggiava per l'abbattimento dello 'scatolone' (questo il nome di battesimo cittadino riportato nelle cronache del tempo) che minacciava di resistere ai secoli, restituendo alla piazza la visuale verso la strada di Portotorres e la cinta degli orti suburbani, in corrispondenza del vecchio passaggio a livello, recuperando parte della spesa attraverso la vendita dei materiali di risulta. La seconda caldeggiava la necessità di destina

Quattro passi in piazza d'Armi

Immagine
Ministoria dei due ettari di terreno libero coperti da edifici pubblici. Dagli echi delle parate militari, alle competizioni sportive, dalle rappresentazioni di opere liriche all'insegnamento scolastico. l'area di piazza d'Armi da Google Maps Niente di nuovo sotto il sole, direbbe qualcuno, ma vale la pena tracciare una breve cronistoria delle funzioni che ebbe in passato la piazza, destinata dal Comune nel 1823 come riserva di aree fabbricabili L'antica piazza d'Armi in passato assunse la denominazione di 'Campo di Marte' perchè destinata alle esercitazioni delle truppe del presidio. Le sempre crescenti esigenze della Guardia nazionale e di altri corpi militari di stanza a Sassari indussero più volte al trasferimento del 'Campo di Marte' in diverse zone della città: dal piano di Castello a un campo nella zona di Baddimanna, successivamente nella zona di Rizzeddu e infine in quel tratto di terreno dietro l'Ospedale civile e davanti

1954: Carlo Griscenko accende la prima televisione a Sassari

Immagine
Nel gennaio del 1954 l'ondata di freddo, oltre alla neve, portò a Sassari i primi risultati conseguiti in un campo insospettato e di grandissimo interesse: la televisione.  La RAI inizò la programmazione ufficiale  il 3 gennaio di quello stesso anno, dopo circa due trascorsi per le sperimentazioni, ma con soli 7 trasmettitori la copertura geografica era ancora ridottissima e sostanzialmente solo un quarto della popolazione nazionale, in alcune aree di Lombardia, Piemonte e della Capitale, poteva seguirla. Da un po' di tempo però  alcuni appassionati radiotecnici sassaresi si recavano sulle fredde e nevose balze che ospitano i ruderi del castello dei Malaspina per installare misteriosi aggeggi. La natura dei sopralluoghi, per quanto venisse con ogni mezzo celata da quei pionieri, suscitò la curiosità degli osilesi che, nei loro frequenti contatti con Sassari, iniziarono a spargere la voce che Griscenko e Bredo stavano facendo degli esperimenti in tutta segretezza. Il pr

Figure che ricompaiono: Francesco Mutton e la Auto Espressi della Sardegna

Immagine
La prima attività di cui si ha notizia vede Francesco Mutton (nato a Oderzo, TV) operante nella Colonia Eritrea (Africa Orientale Italiana) con una florida società di trasporti fino a quando, nel 1941, gli inglesi, sconfiggendo gli italiani, occuparono tutta l'Eritrea italiana. Mutton fu fatto prigioniero di guerra, internato nel Sudan Egiziano per 3 anni e nel 1945 venne rimpatriato a causa delle condizioni di salute divenute precarie. Con quel poco che aveva potuto salvare dal disastro organizzò a Bolzano una azienda di trasporti che prosperò fino a quando le Ferrovie non ripresero la loro normale efficienza. Questo provocò la revoca delle concessioni di linee automobilistiche e fu allora che egli venne consigliato di trasferirsi in Sardegna, territorio in cui le autolinee scarseggiavano. L'azienda, fra le prime ad aver affrontato nel dopoguerra il problema degli autotrasporti nell'Isola, ebbe immediato successo. Nell'agosto del '48 i sassaresi che volevano

Carnevale sassarese 1852

Immagine
163 anni fa i sassaresi, per una bella signora e per un ufficiale piumato, persero la loro tradizionale calma, e ne successe un finimondo. Durante il carnevale del 1852 scorse il sangue sui lastrici cittadini a causa di una battaglia fra i sassaresi e la guardia nazionale, da una parte, e i bersaglieri dall'altra. Il 24 febbraio di quell'anno si provocò lo stato d'assedio nell'intera provincia per oltre nove mesi, due discussioni al Parlamento subalpino e due processi davanti al Magistrato di appello di Cagliari. Per meglio inquadrare il contesto, quattro anni prima, lo Statuto di Carlo Alberto aveva portato alla creazione della Guardia nazionale, una istituzione cittadina destinata, come in Francia alla fine del '700, alla difesa delle libertà democratiche.  A Sassari si costituì, anche con i contributi economici dei cittadini e perfino del Capitolo Turritano, una 'legione' da un migliaio di uomini in tutto tra ufficiali e militi. Tra questi

Se vuoi contattarmi scrivi qui

Nome

Email *

Messaggio *