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Visualizzazione dei post da agosto, 2016

Il bignamino dei fischi ai Candelieri

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Cronaca semiseria sulle contestazioni popolari durante le faradde nel '900 'I Paraj' di Giuseppe Biasi, primi anni '30 Il primo episodio conosciuto avente per protagonisti sonori fischi alla discesa dei candelieri fu quello che coinvolse il commissario prefettizio Schiffi nel 1926, al quale toccò una bordata di 'frusci', non appena uscito da Palazzo di Città, tali da indurlo a dimettersi motivando il gesto col non gradimento da parte della cittadinanza. Un episodio emblematico (anche in considerazione del periodo storico) quanto isolato. Perché nella storia delle proteste rivolte all'amministrazione comunale durante la discesa dei Candelieri, leggendo le cronache cittadine, dobbiamo arrivare fino al 1975 per incontrare nuovamente la parola fischi, pur se timidamente utilizzata. E' l'ultimo anno del Sindaco Virdis. Nel 1976, dopo circa vent'anni ininterrotti di sindaci DC, si vira verso il PSI con Fausto Fadda e la nuova

Fuori sacco: Embarcador, vino Porto algherese

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  1948. “Porto Conte”: un vino alla sbarra. La vecchia cronaca giudiziaria offre spesso motivi di interesse, e non soltanto quella delle aule penali. Tra i piccoli e grandi drammi delle aule civili ne segnalo uno, avvenuto nel 1948, che vide protagonista un 'vino' all'epoca assai conosciuto in Sardegna, un vino nostrano, liquoroso e celebre anche fuori dai confini isolani.  Esso fu il protagonista di un'elevata discussione giuridica nell'atmosfera di un'aula della Suprema Corte di Cassazione. In causa furono il grand'uff. Michele Mugoni e l'istituto do vino dho Porto. Avvenne questo: Michele Mugoni -tra i pochi sardi che all'epoca, con il suo intuito, comprese come fosse necessario valorizzare il prodotto isolano- già da tempo aveva messo in commercio un vino imbottigliato, dei suoi vigneti di Porto Conte, situati tra la spiaggia oggi cosiddetta 'Mugoni' e il monte Doglia, posto alle sue spalle. L'e

Colonia IX Maggio

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Foto S.Marras. Collezione Stefano Lucio Masia Tutto ebbe inizio nei primi anni del secolo scorso, in occasione di una cosiddetta festa degli alberi, istituita dal ministro per l'istruzione Guido Baccelli. In una zona dell'agro sassarese chiamata Baddimanna -nella parte compresa tra l'attuale scuola agraria e il poligono di tiro a segno- vennero messe a dimora numerose essenze. Il piccolo bosco, molto curato inizialmente, crebbe e si sviluppò. Nel frattempo l'espansione edilizia della città pose praticamente in zona urbana questo nucleo verde di bell'effetto. Il terreno di proprietà comunale (circa 3 ettari), fu donato all'Opera Nazionale Balilla (successivamente confluita nella 'Gioventù Italiana del Littorio') per iniziativa dell'ing. Crovetti,  al fine di costituire un parco e una colonia estiva per bambini. Così l'area venne recintata e furono costruiti gli edifici che cominciarono la loro attività nel 1936. Nome di battesimo fu 'I

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