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Visualizzazione dei post da giugno, 2016

1923 Accardo e Porcella. I pionieri della 'aradio'

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Era il 23 febbraio 1920 quando Marconi, dalla stazione di Chelmsford, Essex, trasmise il primo messaggio radiofonico della storia e il successo di quella invenzione ebbe immediato riscontro nei paesi anglosassoni. Perché l'Italia comprendesse gli effetti di quella scoperta furono necessari ancora alcuni mesi, benché a tutti fosse chiara la portata rivoluzionaria. Le prime trasmissioni di questi pionieristici anni Venti furono programmi di musica classica e qualche rara conversazione. I sassaresi poterono udire il suono della radio, per la prima volta, alla fine del 1923. Nonostante il signor Giuseppe Accardo ne possedesse una dai primi mesi di quell'anno non aveva ancora ottenuto il permesso di eseguire delle radio audizioni pubbliche, a scopo propagandistico, dal Ministero delle Poste. L'apparecchio del Sig. Accardo fu esposto nelle vetrine della ditta Ferrucci, all'angolo tra piazza Azuni e via Cesare Battisti, attirando l'attenzione della cittadinanza. L&#

1914: la battaglia del Fosso della Noce

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Nel 1914 il Fosso della Noce, si trasformò, ancora una volta, in teatro di 'guerra'. Il gioco è vecchio: Enrico Costa ci ricorda che fin dal 1848 i sassaresi in erba giocavano lì agli austriaci e piemontesi. Cambiati i tempi, cambiate le battaglie, il gioco rimase. Nel 1914 andavano di moda le recenti gesta della guerra italo-turca per la conquista delle regioni nordafricane della Tripolitania e della Cirenaica, conclusasi due anni prima.  Ignaro della bufera che da lì a un anno avrebbe coinvolto il nostro paese, il reporter, trasformato in corrispondente di guerra, così riassume – dal taccuino di campo – gli avvenimenti.  Alle 13:00 le forze degli arabo-turchi, con la bandiera verde spiegata, occupavano le posizioni, sul versante del fosso che termina presso il Rifugio bambine abbandonate. Gli italiani si spiegavano in linea di combattimento sugli spalti opposti. I due eserciti erano così pronti per la mischia. Circa duecento ragazzi, armati di fionda, con l'ausilio

I capodanno sassaresi della Torres

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I capodanno 'in piazza' di cent'anni fa. Il capodanno in piazza a Sassari non è soltanto una prerogativa di tempi recenti. Anche nel passato, e più precisamente negli anni che precedettero la grande guerra, l'organizzazione delle attività per il 31 dicembre ebbe un ruolo di primo piano con la Società sportiva Torres e le trovate escogitate incuriosivano i sassaresi che attendevano quella data con curiosità e piacere. L'esordio di questi appuntamenti fu l'ultimo dell'anno 1911, durante il quale la Torres si accinse a salutare l'alba del 1912 con un lungo corteo che attraversò tutte le vie cittadine seguito dal modello di un grande pallone aerostatico illuminato in cui -in trasparenza- si poteva leggere “1912, auguri!”. Dato il grande successo ottenuto le attività torresine per il capodanno divennero una tradizione o, per meglio dire, un'istituzione. Il fascino della nascente aeronautica ispirò anche l'alba del 1913 che venne salutata con

1878. Nasce il bacino del Bunnari. La costruzione della 'diga bassa' e dell'acquedotto cittadino

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Olivetti e Tavolara: una storia della scrittura

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Piazza d'Italia. Ora c'è la profumeria e fino a qualche anno fa c'era sempre un negozio di profumieri che vendeva cristalli e porcellane. Nel passato, sempre lo stesso locale, ospitò la Olivetti, con le sue macchine da scrivere e i suoi mobili da ufficio. Il negozio fu allestito da Ubaldo Badas, figura carismatica nel campo dell'architettura razionalista, che progettò per Sassari (le sue maggiori opere sono a Cagliari) il padiglione dell'artigianato. Badas si rivolse a Eugenio Tavalora che per il negozio allestì, nel 1952, un grande pannello decorativo, in marmo e steatite, raffigurante  le tappe fondamentali nella storia della scrittura.   Con il passare del tempo, come spesso succede, il negozio fu chiuso e la Olivetti regalò l'opera al Comune di Sassari, nel 1965, che fu smontata , messa all'interno di tante cassette, e li rimase per circa un ventennio, fin tanto che una funzionaria del Comune riaprì le casse facendolo restaurare e ri

Le sette farmacie storiche sassaresi

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La più antica fu autorizzata dal regno di Firenze. Centri di politica locale e di cultura. La farmacia Pisano, in via Brigata Sassari, con i suoi 146 anni, dovrebbe essere la più antica della città. Il dottor Manlio Pisano, nonno degli attuali titolari, la gestì a partire dal 1921. Prima di lui vi furono altri due titolari: il signor Sebastiano Campus Mossa di Nule, che ottenne l'autorizzazione all'esercizio della farmacia, con un diploma datato 17 marzo 1868, dalla capitale del regno Firenze e rilasciato in base a un regolamento del 1865. In base alla legge del tempo l'autorizzazione rilasciata al signor Campus Mossa conferiva la piena proprietà dell'esercizio. Nella legislazione successiva (1913) queste farmacie storiche, cioè fondate sulla legislazione unificatrice del 1865, furono chiamate 'privilegiate, legittime, di antico diritto', ecc. secondo gli stati di provenienza. Il signor Campus Mossa gestì la farmacia di via Giardino Pubblico

Il Tesoro di Michele Zanche tra storia e leggenda

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 Il tesoro di Michele Zanche, il regolo di Torres, il barattiere cui Dante assegnò il posto che gli spetta nell'Inferno e nella storia aveva raccolto, con i suoi onesti metodi di governo, grandi ricchezze. Dove nascose queste ricchezze che, dopo la sua morte avvenuta per mano del genero Brancadoria, non furono più ritrovate? Secondo uno scritto furono nascoste nei sotterranei del palazzo del Regolo. Un edificio che sorgeva lungo l'attuale Corso V. Emanuele, tra piazza Nazario Sauro (ricavata proprio dopo la sua demolizione) e il 'Palazzo Giordo'. Questo documento, una antica pergamena (forse stilata da qualche frate burlone), a firma Michele Zanche, datata 1234, e successivamente riprodotta con qualche modificazione di forma dice: “Nel mio palazzo di Sassari Città di Sardegna, che dietro mira a tramontana ad un altro di mia proprietà e di lato dirito sostenuto da otto arcate la ultima più bassa segnata da due linee parallele nasconde mi

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