Figure che ricompaiono: Francesco Mutton e la Auto Espressi della Sardegna

La prima attività di cui si ha notizia vede Francesco Mutton (nato a Oderzo, TV) operante nella Colonia Eritrea (Africa Orientale Italiana) con una florida società di trasporti fino a quando, nel 1941, gli inglesi, sconfiggendo gli italiani, occuparono tutta l'Eritrea italiana. Mutton fu fatto prigioniero di guerra, internato nel Sudan Egiziano per 3 anni e nel 1945 venne rimpatriato a causa delle condizioni di salute divenute precarie. Con quel poco che aveva potuto salvare dal disastro organizzò a Bolzano una azienda di trasporti che prosperò fino a quando le Ferrovie non ripresero la loro normale efficienza. Questo provocò la revoca delle concessioni di linee automobilistiche e fu allora che egli venne consigliato di trasferirsi in Sardegna, territorio in cui le autolinee scarseggiavano.
L'azienda, fra le prime ad aver affrontato nel dopoguerra il problema degli autotrasporti nell'Isola, ebbe immediato successo.



Nell'agosto del '48 i sassaresi che volevano recarsi sulle spiagge di PortoTorres e Alghero (rispettivamente con 10 e 5 corse giornaliere) viaggiavano con le autolinee Mutton, in concorrenza con il treno e secondo la nota formula 'dell'anda e torra'. Poi, alla vigilia di quel ferragosto, rientrati in città, magari si recavano al 'Verdi' a sentire Nunzio Filogamo che presentava l'orchestra di Cinico Angelini e le voci di Alfredo Clerici, Nilla Pizzi, Antonio Basurto, i cantanti della radio. 
Per gli appassionati della Marina di Sorso il signor Mutton predispose 6 corse giornaliere.
Riusci a stipulare anche un contratto con il Ministero dell'Aeronautica per il trasporto dei militari nelle basi aeroportuali. 
Una delle cose poco note è che nel 1948 Mutton concorda, con l'amministrazione comunale e la motorizzazione civile, la concessione per un servizio sperimentale di trasporto pubblico cittadino (nel 1932 ci fu una precedente esperienza in città) e nella primavera del '49 i sassaresi iniziano a provare, al costo di 20 Lire per corsa, i benefici di scarpe e energie risparmiate salendo sulle cosidette circolari destra e sinistra: capolinea al piazzale Stazione, Porta Utzeri, Via Coppino, Corso Angioy, C.so M.di Savoia, via Carlo Alberto, p.zza d'Italia, p.zza Castello, V.leUmberto, c.so Trinità, Via Saffi, p.zza Stazione.

E non solo. Durante l'estate del 1949 Mutton, su insistenza di Arrigo Taras e compagni (i primi pionieri colonizzatori della spiaggia di Abbacurrente dall'immediato dopoguerra), mise in servizio un piccolo autobus per portare, alla domenica, i sassaresi alla spiaggia di Abbacurrente, seguendo una mulattiera che dalla tenuta Solinas costeggiava la attuale la pineta e di cui ancora oggi si notano le tracce.
Ma la concorrenza di altri imprenditori creò subito le prime difficoltà, tra le quali la revoca di concessione di alcune linee strategiche ideate da Mutton stesso e in particolare le tratte Sassari – Sorso e Sassari – Alghero.
Ciò che però mise definitivamente in ginocchio l'azienda fu -nel 1949- un incendio scoppiato nell'area (di proprietà di Alfonso Carlini) adibita a autorimessa dei mezzi e che si trovava lungo V.le Sicilia. Il fuoco partito da un autobus si trasmise agli altri attigui, alcuni furono messi in salvo ma altri, fermi per lavori di manutenzione e senza possibilità di essere movimentati, bruciarono assieme a buona parte dell'officina. I vigili del fuoco ebbero notevoli difficoltà nello spegnimento, complice la scarsità d'acqua sul luogo che li costringeva a continui via vai dalla fontana della Conce. 

Platamona, rotonda centrale, metà anni '50. Fotografia di Nino Lombardo.
Gentilmente concessa dalla signora Margherita Cottoni


Furono fatte supposizioni molto azzardate sulla natura dell'incendio: dolo e sabotaggio le parole usate ma con grande probabilità le cause furono puramente accidentali. Mutton stesso finì sul banco degli imputati per incendio colposo, responsabile di non aver dotato la struttura dei presidi di sicurezza, ma fu assolto con formula piena (curiosamente, tra i componenti del collegio difensivo, si legge il nome di Tullio Taormina, padre di Carlo). I debiti si sommano ai debiti, arrivando agli inizi del 1950 alla rispettabile cifra di oltre 100 milioni di Lire. I creditori bussano alla porta e l'azienda, per salvarsi dal fallimento, è ammessa alla procedura di concordato preventivo. Il tribunale, considerando il pregiudizio che sarebbe derivato alla regolarità dei trasporti dispose per la prosecuzione temporanea dell'attività; il personale di linea e di officina rimase quindi in servizio.
La situazione però precipita: il garante di Mutton, conte Gabriele Danieli Camozzi, nel 1951, non riesce a depositare in tempo la lettera di credito bancario che avrebbe garantito i pagamenti e il Tribunale riaprì la procedura di fallimento. L'azienda avrà il tempo contato.

(tratto da articoli di cronaca de La Nuova Sardegna, anni 1947/1951 e La Gazzetta Sarda, 1948)




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