Luci su Sassari: l'arrivo dell'energia elettrica -Parte prima-
La lenta ma inesorabile transizione dal gas illuminante all'energia elettrica vide molti protagonisti avvicendarsi in una lunga storia cittadina che abbraccia oltre un trentennio. Ho cercato di ricostruirne la storia essenziale, dagli esordi -quando la 'luce elettrica' era nelle mani dell'imprenditoria privata- fino all'entrata in scena della Società Elettrica Sarda. Tutto si concluse in un'epoca ancora lontana dalla nazionalizzazione dell'energia avvenuta nel 1962 con la nascita dell'ENEL.
L'edificio che ospitò la centrale elettrica di Sassari, tra C.so Vico e via XXV Aprile, nel suo attuale stato |
Dagli esordi al 1912: il bando per la realizzazione dell’officina termoelettrica.
È sul finire dell’800 che in Sardegna si iniziarono ad installare i primi impianti per
la produzione di energia elettrica, da quelli per gli impieghi minerari al
tentativo -nel 1888- di illuminare
elettricamente il teatro civico di Cagliari. A quasi 10 anni di distanza,
nell’aprile 1899, pochi fortunati
sassaresi videro per la prima volta la luce delle lampade elettriche per mezzo
degli impianti collocati nel palazzo della Provincia, in occasione della visita in Città dei reali1.
Nel dicembre dello stesso anno fu la volta del teatro civico2. Si
trattava comunque di iniziative isolate: la principale fonte di illuminazione
cittadina era costituita dal gas, prodotto dalla gassificazione del carbone nell’impianto prossimo a Corso Vico, in un’area comunale a ridosso delle
erigende ferrovie, operativo dal 1866 su
progetto dell’imprenditore ligure Pasquale Emilio Quartino3.
La prima
proposta presentata al Comune per la realizzazione di un impianto di produzione
di energia elettrica destinata all’illuminazione pubblica e privata fu
presentata nel 1896 dagli ingegneri Isola e Mastrocinque4, sfociando
in un niente di fatto. Nel 1899 si fece avanti l’ingegner Giuseppe Orlandi5
con la proposta di realizzare un impianto idroelettrico utilizzando le acque del
bacino del Bunnari e in cambio ottenerne la concessione decennale per lo
sfruttamento. Nel 1908 fu elaborato dall’Ing.Silvio Sanna6 un
ulteriore progetto che, prendendo spunto da quello di Orlandi, ampliava la
riserva idrica del Bunnari per meglio adeguarla alle necessità produttive
idroelettriche. Sempre nello stesso anno la ditta Ing. Valsecchi –che allora
gestiva l’officina del gas- presentò un’altra proposta per la realizzazione di
una officina termoelettrica e di una nuova officina per la produzione del gas
per l’illuminazione7.
Così,
allo scadere del primo decennio del 900, mentre alcuni imprenditori locali (tra i quali Mulini Azzena, Concerie Costa, Ing. Sisini8) si erano già dotati di sistemi autonomi per
la produzione di energia elettrica, l’illuminazione cittadina continuava a
rimanere alimentata dal sistema a gas povero prodotto dal carbone, con la
prospettiva di una crescente necessità
produttiva dovuta all’espansione demografica e con la scadenza ormai prossima
del contratto quarantennale per la
gestione dell’impianto di gassificazione, passato nel 1870 al concessionario
Agostino Bruno e successivamente ceduto ad altri imprenditori.
Il primo
marzo 1910 il consiglio comunale approvò il progetto di massima dell’Ing.Sanna9,
recependo le integrazioni tecniche della commissione di
valutazione espresse dall’Ing. De Andreis che prevedevano, in aggiunta, la
costruzione di un impianto termoelettrico propedeutico al periodo di
transizione occorrente alla realizzazione del sistema idroelettrico e
–successivamente- impiegabile come impianto di riserva. Nello stesso mese di
marzo il consiglio mise in discussione
la proposta di bandire un pubblico concorso per la realizzazione e la gestione
di una centrale elettrica10.
Il primo
problema fu decidere la localizzazione dell’impianto; ci furono perplessità nel
collocarlo presso l’area prospiciente all’officina del gas in quanto si era già
pianificato di usare la stessa per la costruzione dei magazzini generali
cittadini. Allo scopo di studiare la migliore ubicazione dell’officina e predisporre
un capitolato per la partecipazione al bando di concorso, venne nominata una
commissione11 che presentò al Consiglio comunale gli atti
preliminari prodotti nella seduta del 17 giugno 191012 . Come luogo per l'edificazione dell’impianto si ritenne comunque idoneo quello adiacente
all’officina del gas; la vicina linea
ferroviaria Porto Torres – Sassari, che già rendeva agevole trasporto e
conferimento del carbon coke (proveniente via mare dalla Gran Bretagna) per la
produzione del gas, era indispensabile anche per l’alimentazione della centrale
elettrica.
Nel maggio 1911 si concluse l’iter approvativo del progetto preliminare13,
finalizzato a bandire la gara per la progettazione e realizzazione
dell’officina termoelettrica, con diverse opzioni d’offerta che riguardavano
anche la ristrutturazione dell’officina del gas, il loro
esercizio venticinquennale o il diritto di riscatto da parte del Comune
dopo il quindicesimo anno di attività.
A gennaio 1912 pervennero all’Amministrazione varie offerte14. Fu
scelta quella della romana Ing. Salvatore Passeri e C., ritenuta la più
completa in quanto prevedeva, oltre alla costruzione dell’officina elettrica,
la ristrutturazione dell’officina del gas e la gestione per 25 anni di
entrambe.
La convenzione tra l'Ing. Passeri e il Comune di Sassari. 1913 |
Dal 1913 al
1916: la società Passeri per
l’Illuminazione Elettrica e a Gas della Città di Sassari.
Il 19
luglio 1913 il sindaco Garavetti perfezionò il contratto di appalto15
con la ditta Passeri per la ‘Illuminazione Elettrica e a Gas della Città di Sassari'16.
La
convenzione prevedeva, per la pubblica illuminazione, la parziale sostituzione dei vecchi lampioni
a gas con 81 lampade ad arco elettrico e la conversione di 530 fanali con lampadine a
incandescenza, oltre alla fornitura di energia per usi industriali e privati
secondo uno specifico tariffario di costo al kWh. La potenza massima produttiva prevista per
l’impianto era di circa 250 kW, completata da un sistema sussidiario da 50kW per il servizio
mattutino. Cinque le cabine di trasformazione previste in città con le seguenti
ubicazioni: presso la stessa officina elettrica, all'interno dei giardini pubblici, fianco la
chiesa di San Giuseppe, nei pressi di piazza Mercato e nel cortile del palazzo
Provinciale17.
Il primo settembre 1913 venne consegnata dal Comune l’officina del gas18, che l’Ing. Passeri affidò alla ditta Valsecchi, già conduttrice dell’impianto19. Alla ricerca dei capitali finanziari occorrenti, l’imprenditore costituì -il primo maggio 1914 in Roma- la ‘Società Ing. S.Passeri e C. S.A.S. per l’Impianto ed Esercizio dell’Illuminazione Elettrica e a Gas di Sassari’. Ne fecero parte il banchiere Giuseppe Caimmi, l’ingegnere elettrotecnico Aldo Netti e la Soc. Volsinia (che già gestiva alcune reti elettriche in varie città laziali, oltre al Passeri che mantenne la carica di direttore. Capitale sociale 600.000 Lire e durata di 26 anni20.
Alla
fine dell’agosto 1914, sotto il controllo del Sig. Luigi Negroni iniziarono le
opere edilizie per la costruzione dell’edificio della centrale, ma già alla
fine dell’anno i cospicui ritardi sull’esecuzione dei lavori21 misero in allarme l’Amministrazione comunale.
Nell’aprile
del 1915 si predispose la vasca di 26 metri di diametro per accogliere la nuova
campana gazometrica da 3.000 metri cubi. Per la costruzione della centrale elettrica le opere in calcestruzzo armato (una novità, a Sassari) vennero eseguite dalla ditta Ing. A. Provera & C. (con
tecnica brevetti Canovale e Delle Piane22) e la Langen & Wolf Italiana di Milano
consegnò il motore a gas povero della potenza di 70 Cv. Ma sempre nello stesso mese la situazione
precipitò a causa delle inadempienze sul servizio del gas generate dal mancato
approvvigionamento di carbone, secondo Passeri da attribuirsi allo scoppio
della guerra23.
Le
promesse di una buona gestione si tramutarono in continui disservizi e ritardi24
nella costruzione dell’impianto termoelettrico. Si tentò un arbitrato sfociante
in due cause giudiziarie promosse dalla Società Passeri25.
Nell’assemblea consiliare del 4 giugno
1916, lamentando le continue inadempienze della società, si passò ai fatti e il 10 luglio alcuni funzionari dell’Amministrazione comunale irruppero nell’officina prendendone il possesso e
dichiarando la risoluzione del contratto26.
Nel frattempo un gruppo di imprenditori locali, stanchi dei continui disservizi nella fornitura del gas e vedendo sempre più improbabile l’avvio della produzione di energia elettrica, costituirono -il 4 luglio 1916- la ‘Società Cooperativa fra Consumatori di Energia Elettrica in Sassari’27. Ne fecero parte Salvatore Azzena Mossa, Claudio Andry, Martino Panu, e gli ingegneri Enrico Valsecchi ed Erminio Carlini28.
NOTE:
(1) La Nuova Sardegna, 9-4-1899. D’ora in poi LNS.
(2) LNS, 28-12-1899; Sassari, vol.II, pag.965, Enrico Costa. Ed. Gallizzi 1992.
(3) Sassari, vol.II, pag. 963, Enrico Costa. Ed. Gallizzi 1992.
(4) Archivio Storico del Comune di Sassari, delibera consiglio comunale 28 maggio 1896. D’ora in poi ASCS.
(5) ASCS, delibera consiglio comunale 16 febbraio 1900.
(6) ASCS, delibera consiglio comunale n°173 del 10 dicembre 1908.
(7) Idem.
(8) Cfr.: Storia dell’elettrificazione della Sardegna, pag. 16, CNR Istituto di Biometrologia. Via delle Conce, Sandro Ruju. Lib.Dessì editrice, pag.171. LNS 18-1-1908.
(9) ASCS, delibera consiglio comunale n°40 del 14 aprile 1910.
(10) ASCS, delibera consiglio comunale n°18 del 5 marzo 1910.
(11) Composta dai consiglieri Berlinguer, Sanna, Gandino e dagli ingegneri Cordella e Costa.
(12) ASCS delibera consiglio comunale n°83 del 17 giugno 1910.
(13) ASCS delibere consiglio comunale n°47 del 30 marzo 1911, n°58 del 7 aprile 1911, n°71 del 19 maggio 1911.
(14) ASCS, carteggio e atti, 06/04 illuminazione pubblica, u.a. 4-15. le ditte: Soc.Franco Tosi-Legnano, Società Generale Elettrica Italiana, Società Anonima Tecnomasio Brown Boveri, Soc. Passeri e C. Roma, Soc. Italiana Ganz di Elettricità, Soc. Frattini e C., Società Italiana di Elettricità Roma, Soc. Le Milanesi, Sig.Francesco Ardisson, ditta Amedeo Calabrò, ditta Costruzioni Meccaniche Cagliari, altri.
(15) ASCS, Contratto n°365/1913 e all.ta convenzione tra il Comune e l’Ingegnere Salvatore Passeri per l’Illuminazione elettrica della Città, 19 luglio 1913.
(16) Biblioteca Universitaria, Miscell. C 4224, convenzione tra il Comune e l’Ingegnere Salvatore Passeri per l’Illuminazione elettrica della Città, 19 luglio 1913.
(17) Ibidem
(18) ASCS, S.5.busta 13 Verbale consegna della officina del gas. 1 settembre 1913.
(19) LNS, 4-9-1913.
(20) LNS, 5-5-1914.
(21) LNS, 30-11-1914.
(22) ASCS, carteggio e atti, serie 5 categ. 6 Fasc. 4, u.a. 17, lettera inviata da S.Passeri al sindaco Girolamo Pitzolo.
(23) LNS, 10-4-1915.
(24) ASCS, carteggio e atti, serie 5 categ. 6 Fasc. 4, u.a. 19.
(25) ASCS, carteggio e atti, serie 5 categ. 6 Fasc. 4, u.a. 20.
(26) ASCS, carteggio e atti, serie 5 categ. 6 Fasc. 4, u.a. 21; LNS, 27-8-1916.
(27) LNS, 5-7-1916.
(28) LNS, 11-7-1916.
Bibliografia consultata
- La Nuova Sardegna, archivio storico. Biblioteca del Comune di Sassari.
- La società Elettrica Sarda dalla sua fondazione alla crisi degli anni trenta. Marina Cadoni. Ed. Laterza.
- Storia dell’Elettrificazione in Sardegna. CNR Ist. di Biometrologia, a cura di Fabrizio Benincasa. Ed. CNR.
- Mezzo Secolo della S.E.S. Ed. S.E.S., 1961.
- Ex Fabrica, a cura di Antonio Capitta. Ed. Mediando, 2014.
- Il Commendatore della Corriere Sarde. Alessandro Ponzeletti. Ed. Carlo Delfino, 2016.
- L’Architettura dell’Industria Elettrica in Sardegna dal 1911 al 1961. Tesi del dottorato di ricerca dell’Arch.
Sara Marcheselli. Università degli studi di Cagliari, 2015.
- Via Delle Conce. Sandro Ruju. Ed. Dessì 1988.
- Sassari. Enrico Costa. Ed. Gallizzi, 1992.
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